Digital twin e transizione verde: la questione dei dati
Il digital twin, letteralmente "gemello digitale", è l'alter ego virtuale di un sistema o di un prodotto. Ormai una delle colonne portanti dell'Internet of Things, il digital twin rappresenta un'occasione unica per sviluppare nuove opportunità di business.
Il gemello digitale può essere visto come lo stato dell'arte dell'Industria 4.0. Per le smart factories, la tecnologia del modello virtuale è essenziale per abbattere i tempi e i costi di manutenzione, ridurre i rischi e aumentare la competitività.
Anche per la transizione verde il digital twin ricopre un ruolo di primo piano. Il Green Deal - il piano europeo di iniziative volte a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 - include un Piano d'Azione per l'Economia Circolare, in cui proprio il digital twin ha un ruolo di primo piano.
Come funziona un Digital Twin?
Come abbiamo visto, il digital twin è una rappresentazione digitale, un clone dell'originale fisico. Il principio è semplice: sostituire un modello virtuale alla realtà.
I vantaggi sono notevoli: non serve creare prototipi fisici per la progettazione, né intervenire sul prodotto reale, che potrebbe essere situato in qualunque parte del mondo, per la manutenzione.
Inoltre il digital twin è uno strumento sia predittivo che di correzione. Per quanto riguarda il primo caso, il monitoraggio continuo in real time fa sì che tutta la vita del sistema sia tracciata, così da prevedere in anticipo eventuali anomalie, rischi ed errori.
Di conseguenza, la diagnostica permette di correggere immediatamente ogni malfunzionamento, per alzare lo standard qualitativo ed essere sempre al top delle performance.
Alla base di tutto, i dati. Per poter funzionare, il digital twin ha bisogno di un flusso di dati, uno scambio continuo tra il prodotto fisico e il suo clone virtuale. Ed è proprio su queste informazioni sensibili che sorgono molti problemi.
Opportunità strategiche per la transizione verde
Il digital twin è una risorsa essenziale per la transizione verde dell'industria. Le strategie politiche, quelle dell'Europa in primis, spingono per la massima sostenibilità nell'ottica di un'economia circolare, con l'obiettivo di azzerare scarti e rifiuti e instaurare dei processi di produzione che arrivino ad annullare l'impatto ambientale.
Il Green Deal, la tabella di marcia con cui la Commissione Europea segna i passi verso la neutralità climatica, punta moltissimo sulle nuove tecnologie, dal digital twin al machine learning, dall'Intelligenza Artificiale alle big data analytics.
Nel quadro dell'Industria 4.0 sono questi gli strumenti essenziali per ridurre l'impatto ambientale delle catene produttive, ottimizzando costi e tempi. E nella nuova rivoluzione industriale in corso i dati sono il fulcro della pianificazione strategica.
Come gestirli in modo trasparente? Come sfruttare al meglio le loro potenzialità senza incorrere in criticità di natura legale?
Dati e proprietà intellettuale
Le informazioni e i dati trasmessi vengono registrati in modo criptato e inviolabile dalla blockchain. Al di là dei timori e dei pregiudizi, non si tratta d'altro che di un registro digitale autosufficiente e auto-portante.
Il problema sorge, semmai, sulla titolarità di questi dati. In concreto, a chi appartengono? Chi può rivendicarne il possesso? Il GDPR (General Data Protection Regulation) è al momento l'unica fonte giuridica applicabile, sebbene non del tutto esauriente.
Il rischio di violazione dei dati trasmessi è comunque sempre presente. Le clausole di non divulgazione dei dati, gli accordi di riservatezza multilivello, le autorizzazioni selezionate per l'accesso ai dati rimangono ancora le soluzioni migliori per tutelarsi.
Sebbene i dati siano essenziali per il funzionamento del digital twin, la tecnologia non può prescindere dalla consapevolezza e dalla libera scelta dell'utilizzatore. Tutti i dati, inoltre, hanno una proprietà intellettuale, al pari dei segreti commerciali.
Per questo è fondamentale dirimere ogni eventuale ambiguità normativa. La blockchain, in questo senso, rappresenta lo strumento migliore per rafforzare l'autonomia dei cittadini, che hanno la possibilità di controllare i propri dati, decidere quali condividere nel registro e a chi renderli visibili.
Digital Twin per un futuro green
Alcuni paesi stanno mettendo in campo le migliori innovazioni tecnologiche per raggiungere una vera economia circolare. Il Regno Unito, per esempio, ha avviato un programma su scala nazionale, il National Digital Twin gestito in collaborazione dall'Università di Cambridge e dal Department for Business, Energy and Industrial Strategy.
I risultati sono estremamente interessanti: prototipi di gemelli digitali sono stati impiegati su larga scala, per creare "a smart nation that will improve lives, strengthen our economy and have a lasting positive effect on the environment that will benefit future generations." (fonte: Centre for Digital Built Britain)
E l'Unione Europea non è certo da meno. Il progetto Destination Earth è un modello digitale ad altissima precisione del pianeta Terra, che permette di monitorare e simulare sia i fenomeni naturali che quelli legati alle attività umane.
Non si tratta solo di controllare lo stato delle cose, ma di prevedere il degrado ambientale per poter agire tempestivamente e passare in modo definitivo a un modello sostenibile.
Come abbiamo visto, i dati sono il carburante che alimenta il digital twin e tutte le tecnologie connesse all'Industria 4.0. L'attuale assenza di un contesto normativo specifico non deve essere un limite all'utilizzo virtuoso di questa possibilità né, ovviamente, l'espediente per violazioni.
Le opportunità offerte dal digital twin alla transizione verde sono talmente rilevanti - e talmente necessarie in questo momento di crisi ambientale - da rendersi semplicemente imprescindibili.
Anche per la transizione verde il digital twin ricopre un ruolo di primo piano. Il Green Deal - il piano europeo di iniziative volte a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 - include un Piano d'Azione per l'Economia Circolare, in cui proprio il digital twin ha un ruolo di primo piano.
Come funziona un Digital Twin?
Come abbiamo visto, il digital twin è una rappresentazione digitale, un clone dell'originale fisico. Il principio è semplice: sostituire un modello virtuale alla realtà.
I vantaggi sono notevoli: non serve creare prototipi fisici per la progettazione, né intervenire sul prodotto reale, che potrebbe essere situato in qualunque parte del mondo, per la manutenzione.
Inoltre il digital twin è uno strumento sia predittivo che di correzione. Per quanto riguarda il primo caso, il monitoraggio continuo in real time fa sì che tutta la vita del sistema sia tracciata, così da prevedere in anticipo eventuali anomalie, rischi ed errori.
Di conseguenza, la diagnostica permette di correggere immediatamente ogni malfunzionamento, per alzare lo standard qualitativo ed essere sempre al top delle performance.
Alla base di tutto, i dati. Per poter funzionare, il digital twin ha bisogno di un flusso di dati, uno scambio continuo tra il prodotto fisico e il suo clone virtuale. Ed è proprio su queste informazioni sensibili che sorgono molti problemi.
Opportunità strategiche per la transizione verde
Il digital twin è una risorsa essenziale per la transizione verde dell'industria. Le strategie politiche, quelle dell'Europa in primis, spingono per la massima sostenibilità nell'ottica di un'economia circolare, con l'obiettivo di azzerare scarti e rifiuti e instaurare dei processi di produzione che arrivino ad annullare l'impatto ambientale.
Il Green Deal, la tabella di marcia con cui la Commissione Europea segna i passi verso la neutralità climatica, punta moltissimo sulle nuove tecnologie, dal digital twin al machine learning, dall'Intelligenza Artificiale alle big data analytics.
Nel quadro dell'Industria 4.0 sono questi gli strumenti essenziali per ridurre l'impatto ambientale delle catene produttive, ottimizzando costi e tempi. E nella nuova rivoluzione industriale in corso i dati sono il fulcro della pianificazione strategica.
Come gestirli in modo trasparente? Come sfruttare al meglio le loro potenzialità senza incorrere in criticità di natura legale?
Dati e proprietà intellettuale
Le informazioni e i dati trasmessi vengono registrati in modo criptato e inviolabile dalla blockchain. Al di là dei timori e dei pregiudizi, non si tratta d'altro che di un registro digitale autosufficiente e auto-portante.
Il problema sorge, semmai, sulla titolarità di questi dati. In concreto, a chi appartengono? Chi può rivendicarne il possesso? Il GDPR (General Data Protection Regulation) è al momento l'unica fonte giuridica applicabile, sebbene non del tutto esauriente.
Il rischio di violazione dei dati trasmessi è comunque sempre presente. Le clausole di non divulgazione dei dati, gli accordi di riservatezza multilivello, le autorizzazioni selezionate per l'accesso ai dati rimangono ancora le soluzioni migliori per tutelarsi.
Sebbene i dati siano essenziali per il funzionamento del digital twin, la tecnologia non può prescindere dalla consapevolezza e dalla libera scelta dell'utilizzatore. Tutti i dati, inoltre, hanno una proprietà intellettuale, al pari dei segreti commerciali.
Per questo è fondamentale dirimere ogni eventuale ambiguità normativa. La blockchain, in questo senso, rappresenta lo strumento migliore per rafforzare l'autonomia dei cittadini, che hanno la possibilità di controllare i propri dati, decidere quali condividere nel registro e a chi renderli visibili.
Digital Twin per un futuro green
Alcuni paesi stanno mettendo in campo le migliori innovazioni tecnologiche per raggiungere una vera economia circolare. Il Regno Unito, per esempio, ha avviato un programma su scala nazionale, il National Digital Twin gestito in collaborazione dall'Università di Cambridge e dal Department for Business, Energy and Industrial Strategy.
I risultati sono estremamente interessanti: prototipi di gemelli digitali sono stati impiegati su larga scala, per creare "a smart nation that will improve lives, strengthen our economy and have a lasting positive effect on the environment that will benefit future generations." (fonte: Centre for Digital Built Britain)
E l'Unione Europea non è certo da meno. Il progetto Destination Earth è un modello digitale ad altissima precisione del pianeta Terra, che permette di monitorare e simulare sia i fenomeni naturali che quelli legati alle attività umane.
Non si tratta solo di controllare lo stato delle cose, ma di prevedere il degrado ambientale per poter agire tempestivamente e passare in modo definitivo a un modello sostenibile.
Come abbiamo visto, i dati sono il carburante che alimenta il digital twin e tutte le tecnologie connesse all'Industria 4.0. L'attuale assenza di un contesto normativo specifico non deve essere un limite all'utilizzo virtuoso di questa possibilità né, ovviamente, l'espediente per violazioni.
Le opportunità offerte dal digital twin alla transizione verde sono talmente rilevanti - e talmente necessarie in questo momento di crisi ambientale - da rendersi semplicemente imprescindibili.
Parole chiave: Gemelli digitali, Internet of things
- AT4 Smart Services
- Schneider Electric
- Valentina Albano
- Lorenzo Cifariello, Lorenza Pistore
- Matteo Tedeschini, Fabrizio Muratori