Quadro economico ed energetico italiano
Situazione energetica italiana nel 2021-2022
Carlo Bellino
L'andamento dei consumi e dei costi energetici in Italia nel 2021-2022 non può chiaramente prescindere dal contesto internazionale in cui ci troviamo, per cui l'analisi parte proprio da questo fondamentale ambito.
Contesto internazionale
Ad inizio del 2022, a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia, della frenata della domanda e delle paure legate ad una possibile ripresa della pandemia, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha ridotto per l'anno in corso le stime di crescita del Pil mondiale da 4,9 a 4,4%, per, poi, ulteriormente ribassarle ad aprile scorso al 3,6% a causa del conflitto Russia-Ucraina, che sta avendo pesanti ripercussioni sulle attività economiche e sul flusso degli approvvigionamenti.
Come se non bastasse in un'ottica di inflazione al rialzo che porta inevitabilmente a politiche monetarie con tassi di interesse più alti, i cui effetti si faranno sentire in particolare sulle economie in via di sviluppo.
Domanda e offerta di petrolio
Grazie all'allentamento delle misure restrittive legate alla pandemia, nel corso del 2021 la domanda di petrolio è cresciuta sensibilmente, con una media annua di 97,6 milioni barili/giorno, in crescita di oltre il 6% rispetto al 2020, arrivando a superare negli ultimi 3 mesi dell'anno il tetto dei 100 milioni barili/giorno.
Ma, mentre nei Peasi Ocse la richiesta è stata inferiore a 3 milioni barili/giorno, in quelli non-Ocse è tornata sui valori pre pandemia. Inoltre, le attuali incertezze sul fronte economico e geopolitico incidono pesantemente sulle previsioni per il 2022, che dovrebbe chiudere con una media annua di 99,4, ossia circa 1,2 milioni di barili/giorno in meno rispetto alle stime fatte a febbraio scorso dall'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE).
Complessivamente, nel 2021 l'offerta petrolifera è stata di 95,2 milioni barili/giorno, ovvero 1,4 milioni in più rispetto al 2020, avendo risentito non poco delle rigide politiche produttive dell'Opec Plus, mirate a diminuire il forte surplus prodotto durante la pandemia e mitigate solo a partire da agosto 2021, con l'incremento della produzione di 400.000 barili/giorno su base mensile fino ad un totale di 5,8 milioni barili/ giorno.
Aumento portato, poi, a 432.000 barili/giorno durante la riunione del 31 marzo scorso, che ha generato, però, problemi operativi in molti dei Paesi aderenti all'accordo, tra cui la stessa Russia, che stanno performando al di sotto della quota assegnata, per un totale ad oggi stimato in circa 2,8 milioni barili/giorno in meno rispetto all'obiettivo prefissato.
La stima per il 2022 non è rosea e vede al momento una produzione inferiore di 1,3 milioni barili/giorno rispetto alla fase prepandemica, a causa proprio dei timori legati alla situazione attuale.
Quadro economico ed energetico italiano
Mentre nel 2021 la crescita dell'economia italiana è stata migliore del previsto, con un incremento del Pil del 6,6% che l'ha riportata ai valori dell'ultimo trimestre del 2019, nel 2022 le previsioni sono state, invece, riviste al ribasso, non tanto a causa della pandemia, quanto per il perdurare della crisi ucraina che ha influito negativamente sui costi delle materie prime, in particolare dell'energia, e sugli scambi di prodotti intermedi fondamentali per le attività produttive.
Tra i fattori trainanti dell'economia italiana troviamo le esportazioni di beni, cresciute del 18,2% e superiori a quelle dell'UE (+17,2%), gli investimenti fissi lordi, saliti del 17% anche grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a supporto degli investimenti pubblici e privati, e la produzione nelle costruzioni, che forte delle misure introdotte dal Governo col Superbonus 110% ha superato i valori del 2019 già dal secondo semestre del 2020.
La produzione industriale, che la scorsa primavera era ritornata sui valori precedenti la pandemia, ha, invece, rallentato, accusando sia il consistente aumento dei prezzi delle materie prime che le forti difficoltà nel reperire beni intermedi, in particolare in campo automobilistico, per la scarsità di semiconduttori.
Non ha, poi, di certo aiutato, a partire dal secondo semestre del 2021, il rilevante quanto inaspettato aumento dell'inflazione, dovuto essenzialmente all'incremento dei costi sia dell'energia (in particolare gas ed energia elettrica) che dei trasporti a livello internazionale.
Nei primi mesi del 2022, anche a causa dell'invasione dell'Ucraina, i costi delle materie prime hanno trascinato al rialzo l'inflazione, che a marzo ha raggiunto il livello più alto dai primi anni '90 (+6,8%) per i consistenti aumenti in ambito energetico - nonostante gli aiuti del Governo su tariffe e accise - e restando su valori elevati anche nei mesi seguenti.
Nel primo trimestre del 2022 il Pil è cresciuto dello 0,1% rispetto all'ultimo trimestre del 2021, nonostante il rallentamento della produzione industriale (-0,9%) sul periodo precedente, mostrando il primo reale decremento dalla primavera del 2020. A spingere la crescita l'incremento dell'export (+3,5%) e degli investimenti (+3,9%), specialmente nel settore delle costruzioni (+5,7%).
Consumi energetici in Italia
Nel 2021 la domanda di energia in Italia è stata pari a 153 Mtep, ossia +6,2% rispetto al 2020, con un incremento generalizzato di tutte le fonti.
Il gas naturale si conferma come la prima fonte energetica con un peso sul totale del 41%, arrivando a toccare 62,5 Mtep, in crescita di oltre il 7%, vuoi per motivi climatici, vuoi per una maggiore produzione termoelettrica conseguente ad una produzione elettrica da fonti rinnovabili sostanzialmente stazionaria.
Il petrolio mantiene saldamente la seconda posizione, con un peso sul totale del 33%, e con 50,3 Mtep fa registrare un aumento del 6,3%. Le fonti rinnovabili salgono dell'1,5% a quota 29,8 Mtep, grazie anche al maggiore apporto delle termiche, soprattutto dei biocarburanti (+12%), cresciuti sia per la ripresa della mobilità che per l'aumento dal 9 al 10% della quota di miscelazione.
I combustibili solidi raggiungono 5,6 Mtep (+9%), con una percentuale sul totale del 3,6%, grazie al maggiore apporto nella produzione termoelettrica dopo l'esplosione dei prezzi del gas naturale, che ha favorito il carbone rendendolo più competitivo sia sotto il profilo dell'economicità che della diversificazione delle forniture.
I consumi sono probabilmente destinati a crescere nel 2022, vuoi per le difficoltà di rifornimento di gas, vuoi per il provvedimento legislativo che indica un maggior uso di questo combustibile (Art. 5-bis, comma 2, del Decreto-Legge n. 14/2022 convertito con Legge n. 28/2022). Le importazioni nette di energia elettrica sono state, infine, di 3,7 Mtep (+33%).
Nei primi 3 mesi del 2022 la domanda di energia ha continuato a salire del 2,5%, grazie anche alla ripresa delle attività economiche (soprattutto servizi e costruzioni), e per l'intero 2022 potrebbe crescere attorno all'1% rispetto all'anno precedente.
In allegato, è possibile scaricare l'articolo completo.
Ad inizio del 2022, a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia, della frenata della domanda e delle paure legate ad una possibile ripresa della pandemia, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha ridotto per l'anno in corso le stime di crescita del Pil mondiale da 4,9 a 4,4%, per, poi, ulteriormente ribassarle ad aprile scorso al 3,6% a causa del conflitto Russia-Ucraina, che sta avendo pesanti ripercussioni sulle attività economiche e sul flusso degli approvvigionamenti.
Come se non bastasse in un'ottica di inflazione al rialzo che porta inevitabilmente a politiche monetarie con tassi di interesse più alti, i cui effetti si faranno sentire in particolare sulle economie in via di sviluppo.
Domanda e offerta di petrolio
Grazie all'allentamento delle misure restrittive legate alla pandemia, nel corso del 2021 la domanda di petrolio è cresciuta sensibilmente, con una media annua di 97,6 milioni barili/giorno, in crescita di oltre il 6% rispetto al 2020, arrivando a superare negli ultimi 3 mesi dell'anno il tetto dei 100 milioni barili/giorno.
Ma, mentre nei Peasi Ocse la richiesta è stata inferiore a 3 milioni barili/giorno, in quelli non-Ocse è tornata sui valori pre pandemia. Inoltre, le attuali incertezze sul fronte economico e geopolitico incidono pesantemente sulle previsioni per il 2022, che dovrebbe chiudere con una media annua di 99,4, ossia circa 1,2 milioni di barili/giorno in meno rispetto alle stime fatte a febbraio scorso dall'Agenzia Internazionale per l'Energia (AIE).
Complessivamente, nel 2021 l'offerta petrolifera è stata di 95,2 milioni barili/giorno, ovvero 1,4 milioni in più rispetto al 2020, avendo risentito non poco delle rigide politiche produttive dell'Opec Plus, mirate a diminuire il forte surplus prodotto durante la pandemia e mitigate solo a partire da agosto 2021, con l'incremento della produzione di 400.000 barili/giorno su base mensile fino ad un totale di 5,8 milioni barili/ giorno.
Aumento portato, poi, a 432.000 barili/giorno durante la riunione del 31 marzo scorso, che ha generato, però, problemi operativi in molti dei Paesi aderenti all'accordo, tra cui la stessa Russia, che stanno performando al di sotto della quota assegnata, per un totale ad oggi stimato in circa 2,8 milioni barili/giorno in meno rispetto all'obiettivo prefissato.
La stima per il 2022 non è rosea e vede al momento una produzione inferiore di 1,3 milioni barili/giorno rispetto alla fase prepandemica, a causa proprio dei timori legati alla situazione attuale.
Quadro economico ed energetico italiano
Mentre nel 2021 la crescita dell'economia italiana è stata migliore del previsto, con un incremento del Pil del 6,6% che l'ha riportata ai valori dell'ultimo trimestre del 2019, nel 2022 le previsioni sono state, invece, riviste al ribasso, non tanto a causa della pandemia, quanto per il perdurare della crisi ucraina che ha influito negativamente sui costi delle materie prime, in particolare dell'energia, e sugli scambi di prodotti intermedi fondamentali per le attività produttive.
Tra i fattori trainanti dell'economia italiana troviamo le esportazioni di beni, cresciute del 18,2% e superiori a quelle dell'UE (+17,2%), gli investimenti fissi lordi, saliti del 17% anche grazie alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a supporto degli investimenti pubblici e privati, e la produzione nelle costruzioni, che forte delle misure introdotte dal Governo col Superbonus 110% ha superato i valori del 2019 già dal secondo semestre del 2020.
La produzione industriale, che la scorsa primavera era ritornata sui valori precedenti la pandemia, ha, invece, rallentato, accusando sia il consistente aumento dei prezzi delle materie prime che le forti difficoltà nel reperire beni intermedi, in particolare in campo automobilistico, per la scarsità di semiconduttori.
Non ha, poi, di certo aiutato, a partire dal secondo semestre del 2021, il rilevante quanto inaspettato aumento dell'inflazione, dovuto essenzialmente all'incremento dei costi sia dell'energia (in particolare gas ed energia elettrica) che dei trasporti a livello internazionale.
Nei primi mesi del 2022, anche a causa dell'invasione dell'Ucraina, i costi delle materie prime hanno trascinato al rialzo l'inflazione, che a marzo ha raggiunto il livello più alto dai primi anni '90 (+6,8%) per i consistenti aumenti in ambito energetico - nonostante gli aiuti del Governo su tariffe e accise - e restando su valori elevati anche nei mesi seguenti.
Nel primo trimestre del 2022 il Pil è cresciuto dello 0,1% rispetto all'ultimo trimestre del 2021, nonostante il rallentamento della produzione industriale (-0,9%) sul periodo precedente, mostrando il primo reale decremento dalla primavera del 2020. A spingere la crescita l'incremento dell'export (+3,5%) e degli investimenti (+3,9%), specialmente nel settore delle costruzioni (+5,7%).
Consumi energetici in Italia
Nel 2021 la domanda di energia in Italia è stata pari a 153 Mtep, ossia +6,2% rispetto al 2020, con un incremento generalizzato di tutte le fonti.
Il gas naturale si conferma come la prima fonte energetica con un peso sul totale del 41%, arrivando a toccare 62,5 Mtep, in crescita di oltre il 7%, vuoi per motivi climatici, vuoi per una maggiore produzione termoelettrica conseguente ad una produzione elettrica da fonti rinnovabili sostanzialmente stazionaria.
Il petrolio mantiene saldamente la seconda posizione, con un peso sul totale del 33%, e con 50,3 Mtep fa registrare un aumento del 6,3%. Le fonti rinnovabili salgono dell'1,5% a quota 29,8 Mtep, grazie anche al maggiore apporto delle termiche, soprattutto dei biocarburanti (+12%), cresciuti sia per la ripresa della mobilità che per l'aumento dal 9 al 10% della quota di miscelazione.
I combustibili solidi raggiungono 5,6 Mtep (+9%), con una percentuale sul totale del 3,6%, grazie al maggiore apporto nella produzione termoelettrica dopo l'esplosione dei prezzi del gas naturale, che ha favorito il carbone rendendolo più competitivo sia sotto il profilo dell'economicità che della diversificazione delle forniture.
I consumi sono probabilmente destinati a crescere nel 2022, vuoi per le difficoltà di rifornimento di gas, vuoi per il provvedimento legislativo che indica un maggior uso di questo combustibile (Art. 5-bis, comma 2, del Decreto-Legge n. 14/2022 convertito con Legge n. 28/2022). Le importazioni nette di energia elettrica sono state, infine, di 3,7 Mtep (+33%).
Nei primi 3 mesi del 2022 la domanda di energia ha continuato a salire del 2,5%, grazie anche alla ripresa delle attività economiche (soprattutto servizi e costruzioni), e per l'intero 2022 potrebbe crescere attorno all'1% rispetto all'anno precedente.
In allegato, è possibile scaricare l'articolo completo.
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Fonte: La Termotecnica settembre 2022
Parole chiave: Energia elettrica
- Fabio Zanellini
- Lucia Ammendola