Industria 5.0: più incentrata sull'uomo, più sostenibile e resiliente
L'Industria 5.0, alla quale ci si riferisce anche come quinta rivoluzione industriale, è un nuovo modello di sviluppo promosso dalla Commissione Europea attraverso il quale viene incoraggiata un'attività industriale che va oltre gli obiettivi tecnici ed economici come la produttività e l'efficienza. L'Industria 5.0 cerca di incoraggiare anche altri aspetti essenziali per il futuro del settore, come il benessere umano, la sostenibilità e la resilienza.
Industria 5.0: definizione e origine
Il termine Industria 5.0, adottato dalla Commissione Europea, nasce come un concetto complementare a quello di Industria 4.0. Questo nuovo approccio incentiva lo sviluppo industriale verso un modello produttivo centrato non solo sull'innovazione tecnologica e la crescita economica, ma anche sull'impegno di pratiche responsabili con l'ambiente. Inoltre, favorisce il consolidamento di strategie di resilienza che rafforzino il settore di fronte alle interruzioni subite, come quella derivata dalla pandemia da coronavirus.
Questo programma, le cui linee maestre sono raccolte nel documento Industry 5.0 - Towards a sustainable, human centric and resilient European industry, è il risultato delle discussioni che si tennero in due seminari virtuali organizzati a Giugno del 2020. A questi incontri parteciparono differenti organizzazioni di ricerca e tecnologia così come agenzie finanziarie di tutta Europa. Tutti i partecipanti accordarono la necessità di integrare meglio le priorità sociali e ambientali dell'Unione Europea nell'innovazione tecnologica, cambiando l'approccio individuale della tecnologia con un'ottica sistemica.
Differenze tra l'Industria 4.0 e l'industria 5.0
L'Industria 5.0 non è un'evoluzione dell'Industria 4.0 né tantomeno un paradigma alternativo progettato per distruggerla. In un certo senso, si tratta di un richiamo all'attenzione sulla rotta che ha preso l'Industria 4.0. Secondo la Commissione Europea, la quarta rivoluzione industriale si è focalizzata soprattutto nella digitalizzazione dei processi e nell'uso dell'intelligenza artificiale per incrementare la produttività e l'efficienza, mettendo da parte, tra le sue priorità, il ruolo dei lavoratori che intervengono nel tessuto produttivo o la transizione verso modelli di sviluppo più sostenibili.
Nell'Industria 5.0, il fattore umano torna al centro dell'attenzione oltre che elemento fondamentale del processo di produzione. Secondo questa premessa, la tecnologia deve essere messa al servizio dell'uomo e non al contrario, pertanto si aspira ad avanzare verso uno scenario di completa collaborazione tra l'uomo e la macchina. Detto in altro modo, se l'Industria 4.0 si basa sull'interconnettività tra macchine e sistemi informatici, l'Industria 5.0 cerca di combinare i ruoli delle persone e delle macchine affinché possano rafforzarsi ed essere complementari.
Caratteristiche dell'Industria 5.0
Il modello di crescita e sviluppo promosso dall'Industria 5.0 si basa su tre pilastri fondamentali:
- Sostenibilità. Sviluppare sistemi di produzione basati su energie rinnovabili è uno dei requisiti che promuove l'Industria 5.0. Con l'obiettivo di ridurre un 55% le emissioni di carbonio per il 2030, la Commissione Europea segnala nel suo rapporto che l'industria deve essere sostenibile per rispettare i limiti del Pianeta. Per questo motivo, consiglia di sviluppare processi circolari che riutilizzino e riciclino le risorse naturali, riducano gli scarti e minimizzino l'impatto ambientale;
- Approccio umano. L'Industria 5.0 pone l'uomo al centro del modello produttivo. La premessa è chiara: al posto di chiederci cosa possiamo fare con le nuove tecnologie, chiediamoci cosa può fare la tecnologia per noi. Inoltre, questo aspetto più sociale e umano assicura che l'uso della tecnologia non violi i diritti fondamentali dei lavoratori, come il diritto alla privacy, l'autonomia e la dignità umana;
- Resilienza. La resilienza si è convertita in un aspetto fondamentale per combattere la pandemia contro il COVID-19. Il report della Commissione Europea rivela che i cambiamenti geopolitici e le crisi naturali, come la pandemia per COVID-19, mettono in evidenza la fragilità della nostra industria. Di conseguenza, avere la capacità di adattarsi a situazioni avverse con risultati positivi è un obbligo nella nuova Industria 5.0.
Con un approccio sostenibile, human-centric e resiliente, l'Industria 5.0 mira ad affrontare con successo le interruzioni e le sfide usando la tecnologia.
Industria 5.0, un cambio di paradigma
L'Industria 5.0 si trova in una fase embrionale perché ci troviamo ancora immersi nel migliorare e ottimizzare l'Industria 4.0 grazie all'uso delle tecnologie esistenti sul mercato. Nonostante ciò, l'obiettivo è quello di promuovere un'industria più resiliente, sostenibile e centrata sul fattore umano.
L'Industria 5.0 favorisce i lavoratori, le aziende e il nostro pianeta. In questo momento di cambio di modelli in cui ci troviamo non viene cercata solo l'efficienza e la produttività, ma l'obiettivo è che la produzione rispetti i limiti del nostro Pianeta e valorizzi le persone.
Tecnologia per avanzare verso l'Industria 5.0
Secondo la Commissione Europea e dentro il quadro tecnologico, esistono sei categorie essenziali per incentivare l'Industria 5.0:
1) Interazione individualizzata uomo-macchina;
2) Tecnologie bioispirate e materiali intelligenti;
3) Digital Twins e simulazione;
4) Tecnologie di trasmissione, stoccaggio e analisi;
5) Intelligenza artificiale (AI);
6) Tecnologie per l'efficienza energetica, l'uso di tecnologie rinnovabili, lo stoccaggio e l'autonomia.
Questo quadro tecnologico deve essere un alleato strategico per avanzare verso le mete dell'Industria 5.0. L'analisi predittiva, ad esempio, offre gli strumenti per rafforzare la resilienza del settore con il proposito di prevedere possibili rischi, come cambi metereologici o variazioni nella domanda.
Da parte loro, i cobot (robot collaborativi), macchine progettate per lavorare con gli operatori ed esonerarli dalle mansioni più esigenti, pericolose o ripetitive, guadagnano sempre più protagonismo nei centri di produzione e stoccaggio. Questa circostanza è incoraggiante, poiché la crescita dei cobot conferma la fattibilità di un modello tecnologico nel quale la macchina e l'uomo sono al centro dell'attenzione e lavorano in armonia.
Il termine Industria 5.0, adottato dalla Commissione Europea, nasce come un concetto complementare a quello di Industria 4.0. Questo nuovo approccio incentiva lo sviluppo industriale verso un modello produttivo centrato non solo sull'innovazione tecnologica e la crescita economica, ma anche sull'impegno di pratiche responsabili con l'ambiente. Inoltre, favorisce il consolidamento di strategie di resilienza che rafforzino il settore di fronte alle interruzioni subite, come quella derivata dalla pandemia da coronavirus.
Questo programma, le cui linee maestre sono raccolte nel documento Industry 5.0 - Towards a sustainable, human centric and resilient European industry, è il risultato delle discussioni che si tennero in due seminari virtuali organizzati a Giugno del 2020. A questi incontri parteciparono differenti organizzazioni di ricerca e tecnologia così come agenzie finanziarie di tutta Europa. Tutti i partecipanti accordarono la necessità di integrare meglio le priorità sociali e ambientali dell'Unione Europea nell'innovazione tecnologica, cambiando l'approccio individuale della tecnologia con un'ottica sistemica.
Differenze tra l'Industria 4.0 e l'industria 5.0
L'Industria 5.0 non è un'evoluzione dell'Industria 4.0 né tantomeno un paradigma alternativo progettato per distruggerla. In un certo senso, si tratta di un richiamo all'attenzione sulla rotta che ha preso l'Industria 4.0. Secondo la Commissione Europea, la quarta rivoluzione industriale si è focalizzata soprattutto nella digitalizzazione dei processi e nell'uso dell'intelligenza artificiale per incrementare la produttività e l'efficienza, mettendo da parte, tra le sue priorità, il ruolo dei lavoratori che intervengono nel tessuto produttivo o la transizione verso modelli di sviluppo più sostenibili.
Nell'Industria 5.0, il fattore umano torna al centro dell'attenzione oltre che elemento fondamentale del processo di produzione. Secondo questa premessa, la tecnologia deve essere messa al servizio dell'uomo e non al contrario, pertanto si aspira ad avanzare verso uno scenario di completa collaborazione tra l'uomo e la macchina. Detto in altro modo, se l'Industria 4.0 si basa sull'interconnettività tra macchine e sistemi informatici, l'Industria 5.0 cerca di combinare i ruoli delle persone e delle macchine affinché possano rafforzarsi ed essere complementari.
Caratteristiche dell'Industria 5.0
Il modello di crescita e sviluppo promosso dall'Industria 5.0 si basa su tre pilastri fondamentali:
- Sostenibilità. Sviluppare sistemi di produzione basati su energie rinnovabili è uno dei requisiti che promuove l'Industria 5.0. Con l'obiettivo di ridurre un 55% le emissioni di carbonio per il 2030, la Commissione Europea segnala nel suo rapporto che l'industria deve essere sostenibile per rispettare i limiti del Pianeta. Per questo motivo, consiglia di sviluppare processi circolari che riutilizzino e riciclino le risorse naturali, riducano gli scarti e minimizzino l'impatto ambientale;
- Approccio umano. L'Industria 5.0 pone l'uomo al centro del modello produttivo. La premessa è chiara: al posto di chiederci cosa possiamo fare con le nuove tecnologie, chiediamoci cosa può fare la tecnologia per noi. Inoltre, questo aspetto più sociale e umano assicura che l'uso della tecnologia non violi i diritti fondamentali dei lavoratori, come il diritto alla privacy, l'autonomia e la dignità umana;
- Resilienza. La resilienza si è convertita in un aspetto fondamentale per combattere la pandemia contro il COVID-19. Il report della Commissione Europea rivela che i cambiamenti geopolitici e le crisi naturali, come la pandemia per COVID-19, mettono in evidenza la fragilità della nostra industria. Di conseguenza, avere la capacità di adattarsi a situazioni avverse con risultati positivi è un obbligo nella nuova Industria 5.0.
Con un approccio sostenibile, human-centric e resiliente, l'Industria 5.0 mira ad affrontare con successo le interruzioni e le sfide usando la tecnologia.
Industria 5.0, un cambio di paradigma
L'Industria 5.0 si trova in una fase embrionale perché ci troviamo ancora immersi nel migliorare e ottimizzare l'Industria 4.0 grazie all'uso delle tecnologie esistenti sul mercato. Nonostante ciò, l'obiettivo è quello di promuovere un'industria più resiliente, sostenibile e centrata sul fattore umano.
L'Industria 5.0 favorisce i lavoratori, le aziende e il nostro pianeta. In questo momento di cambio di modelli in cui ci troviamo non viene cercata solo l'efficienza e la produttività, ma l'obiettivo è che la produzione rispetti i limiti del nostro Pianeta e valorizzi le persone.
Tecnologia per avanzare verso l'Industria 5.0
Secondo la Commissione Europea e dentro il quadro tecnologico, esistono sei categorie essenziali per incentivare l'Industria 5.0:
1) Interazione individualizzata uomo-macchina;
2) Tecnologie bioispirate e materiali intelligenti;
3) Digital Twins e simulazione;
4) Tecnologie di trasmissione, stoccaggio e analisi;
5) Intelligenza artificiale (AI);
6) Tecnologie per l'efficienza energetica, l'uso di tecnologie rinnovabili, lo stoccaggio e l'autonomia.
Questo quadro tecnologico deve essere un alleato strategico per avanzare verso le mete dell'Industria 5.0. L'analisi predittiva, ad esempio, offre gli strumenti per rafforzare la resilienza del settore con il proposito di prevedere possibili rischi, come cambi metereologici o variazioni nella domanda.
Da parte loro, i cobot (robot collaborativi), macchine progettate per lavorare con gli operatori ed esonerarli dalle mansioni più esigenti, pericolose o ripetitive, guadagnano sempre più protagonismo nei centri di produzione e stoccaggio. Questa circostanza è incoraggiante, poiché la crescita dei cobot conferma la fattibilità di un modello tecnologico nel quale la macchina e l'uomo sono al centro dell'attenzione e lavorano in armonia.
Parole chiave: Industria 5.0
- MIMIT - Ministero delle Imprese e del Made in Italy
- ANIMA - Federazione delle Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica Varia ed Affine
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