Sfruttare l'energia dei vulcani è possibile: ecco come
Quando parliamo di vulcani siamo subito portati a pensare alle eruzioni: fiumi di lava, case distrutte dalle fiamme, evacuazioni e tanta paura. Sono queste, infatti, le immagini che automaticamente le parole "energia dei vulcani" ci evocano. Questo anche perché i vulcani, a livello di cronaca, sono protagonisti solo in queste occasioni.
Ne è un esempio il recente caso del vulcano Nyiragongo, a Goma, capitale del Nord Kivu nella Repubblica Democratica del Congo, che ha eruttato per diversi giorni, seminando il panico tra la popolazione. Migliaia di persone, scappando in preda al pericolo, hanno perso la propria casa e sono molte le missioni umanitarie intervenute per aiutare la popolazione locale.
Tra queste ANPIL Onlus la missione con cui collaboriamo da molti anni, presente nel nostro programma di fidelizzazione aperto a clienti e non, che si occupa del sostegno all'infanzia disagiata e abbandonata nei Paesi del Terzo e Quarto Mondo.
L'energia dei vulcani, però, non ha solo questo lato distruttivo. Quella vulcanica è un'energia primordiale del nostro Pianeta e proprio questa potenza può avere una valenza non solo devastante, anzi: è una preziosissima risorsa per la produzione di energia geotermica.
Cos'è l'energia geotermica
Prima di vedere come l'energia dei vulcani possa essere sfruttata, è importante definire cos'è l'energia geotermica.
Questa forma di energia permette di produrre energia elettrica o riscaldamento a partire dal calore geologico che si trova naturalmente sotto la crosta terrestre. Questo calore fa aumentare la temperatura sotto terra e, riscaldando le acque che scorrono, fa sviluppare del vapore acqueo che, convogliato con apposite turbine, porta alla produzione di energia pulita. Grazie poi all'immissione di acqua fredda nel sottosuolo è possibile produrre energia in modo continuo, rinnovabile e soprattutto senza l'emissione di sostanze inquinanti: è quindi un'energia completamente rinnovabile. Per capire come un funziona un impianto geotermico qui un articolo dedicato.
La geotermia è oggi una delle soluzioni green e con un basso impatto ambientale, che non emette CO2. Potrebbe anzi essere sempre più diffusa nel futuro: secondo alcune stime, infatti, entro il 2050 il calore geotermico potrebbe contribuire ben al 7% del fabbisogno energetico mondiale. È una percentuale molto alta se consideriamo che questa forma di energia non è attuabile in tutto il mondo.
Vulcani e energia geotermica
Se quindi l'energia geotermica è legata al calore presente nel sottosuolo, riusciamo a capire quanto il legame con l'energia dei vulcani sia importante. Il calore presente sotto la crosta terrestre, infatti, è il risultato di diversi fattori, come le reazioni chimiche scaturite da diverse sostanze fino alle sorgenti di acqua calda. Tra queste cause i vulcani sotterranei e le lingue di magma sono chiaramente tra le fonti principali.
Sotto i vulcani attivi devono però esserci delle precise condizioni che permettono l'installazione di una centrale geotermica: è necessario che il calore sprigionato dal magma produca sia gas che vapore acqueo, elementi fondamentali che permettono alle centrali di funzionare e produrre energia.
Vulcani ed energia geotermica in Islanda
Non è un caso che l'Islanda è il Paese che più di tutti sfrutta l'energia geotermica di origine vulcanica: l'isola, che si trova nel mezzo della dorsale medio-atlantica, è divisa da una faglia vulcanica e gli smottamenti tettonici non fanno altro che favorire l'attività.
Gli islandesi hanno iniziato a sfruttare l'energia geotermica e, con la presenza di 30 vulcani e 120 montagne vulcaniche, a oggi proviene da qui circa un quarto dell'energia prodotta sull'isola. Questo processo, iniziato ben un secolo fa, si è sviluppato molto dopo la Seconda guerra mondiale e negli anni 70, complice la crisi petrolifera.
Nel futuro, con il progetto l'Iceland Deep Drilling Project, l'Islanda punta a far crescere fino a dieci volte di più la produzione di energia geotermica con dei pozzi scavati alla profondità di 5 km nel sottosuolo, dove le temperature raggiungono anche i 500° C: questa sarebbe la prima tecnologia a sfruttare direttamente il calore proveniente dal magma.
Vulcani ed energia geotermica in Cile
Un altro Paese che sta sfruttando questa forma di energia è il Cile, da tempo impegnato nell'aumento della produzione di energia sostenibile. Con più di 37 vulcani nel proprio territorio, e di conseguenza l'altissima quantità di calore garantito grazie al magma nel sottosuolo, il Cile ha un potenziale davvero impressionante di energia geotermica a disposizione.
Nei pressi del vulcano San Pedro de Atacama, nel deserto Andino, è stato costruito il più grande impianto del Paese e in generale il primo nel Sud America, dal nome "Cerro Pabellòn". Questa centrale, generando 50 MegaWatt di potenza, riesce a rifornire più di 150 mila famiglie ma soprattutto permetterà un domani di risparmiare quasi 200 mila tonnellate di CO2 ogni anno. Un vero e proprio passo avanti in termini di sostenibilità.
Energia geotermica e vulcani in Italia
Nel nostro Paese l'energia geotermica proveniente dai vulcani potrebbe essere un'opzione interessante: l'Italia, infatti, ha ben tre vulcani attivi, cioè l'Etna, il Vesuvio e Stromboli. E, come abbiamo spiegato in precedenza, questi vulcani hanno un sistema geotermico associato, cioè producono nel sottosuolo acqua calda e gas: sono dunque perfetti per questa tipologia di energia. Il progetto Hot-Earth, ad esempio, sta studiando con attenzione la possibilità di sfruttare l'energia dell'Etna in modo da produrre energia rinnovabile.
Non è un caso che l'Islanda è il Paese che più di tutti sfrutta l'energia geotermica di origine vulcanica: l'isola, che si trova nel mezzo della dorsale medio-atlantica, è divisa da una faglia vulcanica e gli smottamenti tettonici non fanno altro che favorire l'attività.
Gli islandesi hanno iniziato a sfruttare l'energia geotermica e, con la presenza di 30 vulcani e 120 montagne vulcaniche, a oggi proviene da qui circa un quarto dell'energia prodotta sull'isola. Questo processo, iniziato ben un secolo fa, si è sviluppato molto dopo la Seconda guerra mondiale e negli anni 70, complice la crisi petrolifera.
Nel futuro, con il progetto l'Iceland Deep Drilling Project, l'Islanda punta a far crescere fino a dieci volte di più la produzione di energia geotermica con dei pozzi scavati alla profondità di 5 km nel sottosuolo, dove le temperature raggiungono anche i 500° C: questa sarebbe la prima tecnologia a sfruttare direttamente il calore proveniente dal magma.
Vulcani ed energia geotermica in Cile
Un altro Paese che sta sfruttando questa forma di energia è il Cile, da tempo impegnato nell'aumento della produzione di energia sostenibile. Con più di 37 vulcani nel proprio territorio, e di conseguenza l'altissima quantità di calore garantito grazie al magma nel sottosuolo, il Cile ha un potenziale davvero impressionante di energia geotermica a disposizione.
Nei pressi del vulcano San Pedro de Atacama, nel deserto Andino, è stato costruito il più grande impianto del Paese e in generale il primo nel Sud America, dal nome "Cerro Pabellòn". Questa centrale, generando 50 MegaWatt di potenza, riesce a rifornire più di 150 mila famiglie ma soprattutto permetterà un domani di risparmiare quasi 200 mila tonnellate di CO2 ogni anno. Un vero e proprio passo avanti in termini di sostenibilità.
Energia geotermica e vulcani in Italia
Nel nostro Paese l'energia geotermica proveniente dai vulcani potrebbe essere un'opzione interessante: l'Italia, infatti, ha ben tre vulcani attivi, cioè l'Etna, il Vesuvio e Stromboli. E, come abbiamo spiegato in precedenza, questi vulcani hanno un sistema geotermico associato, cioè producono nel sottosuolo acqua calda e gas: sono dunque perfetti per questa tipologia di energia. Il progetto Hot-Earth, ad esempio, sta studiando con attenzione la possibilità di sfruttare l'energia dell'Etna in modo da produrre energia rinnovabile.
Parole chiave: Energia elettrica
- Fabio Zanellini
- Lucia Ammendola