Il nuovo nucleare in Italia per i cittadini e le imprese: il ruolo per la decarbonizzazione, la sicurezza energetica e la competitività
Edison, Ansaldo Nucleare e THEA group presentano lo studio.
Lo sviluppo del nuovo Nucleare in Italia - installando fino a 20 impianti Small Modular Reactor (SMR)/Advanced Modular Reactor (AMR) che possano soddisfare circa il 10% della domanda elettrica al 2050 - può abilitare un impatto economico complessivo per il Paese superiore a 50 miliardi di Euro (circa 2,5% del PIL italiano del 2023) attivando fino a 117.000 occupati diretti, indiretti e indotti dal 2030-35 al 2050.
Il nuovo nucleare - basato su reattori con potenza tra 100MW e 450MW - può produrre energia decarbonizzata, programmabile e modulabile, che è complementare alle fonti rinnovabili intermittenti.
Grazie alle sue caratteristiche peculiari - in primis la modularità che riduce i tempi ed i costi di costruzione, la sicurezza rafforzata, la scala dimensionale che minimizza consumo idrico e del suolo e la capacità di combinare produzione elettrica e calore - il nuovo nucleare è oggi una soluzione chiave per affrontare le sfide della decarbonizzazione abilitando benefici in termini di sostenibilità, sicurezza strategica e competitività.
In un contesto che vede un crescente fabbisogno di energia elettrica decarbonizzata, il nuovo nucleare si propone come soluzione chiave - in ottica complementare con le rinnovabili - per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, per il rafforzamento della sicurezza energetica del Paese e per la competitività del sistema-Paese.
In grado di garantire una fornitura programmabile, modulabile e a costo fisso, il nuovo nucleare agisce da "stabilizzatore sistemico", abilitando una produzione elettrica decarbonizzata e tecnologicamente indipendente dall'estero, che offre all'Italia e all'Europa l'occasione strategica - se colta da subito - per raccogliersi intorno a un piano industriale e di sviluppo comune, capace di accrescere il proprio Prodotto Interno Lordo.
Design modulare semplificato, sicurezza rafforzata, capacità di combinare produzione elettrica, calore per usi industriali e idrogeno, flessibilità e limitato consumo idrico e di suolo sono alcune delle caratteristiche peculiari che rendono il nuovo nucleare - costituito da Small Modular Reactor e Advanced Modular Reactor - la soluzione ottimale per sostenere il percorso di decarbonizzazione.
Essendo una tecnologia complementare alle rinnovabili, permette di ottimizzare i costi di sistema ed assicurare un prezzo competitivo per i clienti finali, in particolare quelli energivori.
È quanto emerge dallo Studio "Il nuovo nucleare in Italia per i cittadini e le imprese: il ruolo per la decarbonizzazione, la sicurezza energetica e la competitività", realizzato da Edison, Ansaldo Nucleare e TEHA Group e anticipato oggi, nell'ambito della 50o edizione del Forum "Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive" di TEHA, in una conferenza stampa cui hanno preso parte Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House - Ambrosetti e TEHA Group, Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison, Daniela Gentile, Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare e Ferruccio Resta, Professore del Politecnico di Milano; Presidente della Fondazione Politecnico di Milano; Presidente della Fondazione Bruno Kessler; Presidente del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile e componente dell'Advisory Board che ha supervisionato lo sviluppo della ricerca.
Grazie alle sue caratteristiche peculiari - in primis la modularità che riduce i tempi ed i costi di costruzione, la sicurezza rafforzata, la scala dimensionale che minimizza consumo idrico e del suolo e la capacità di combinare produzione elettrica e calore - il nuovo nucleare è oggi una soluzione chiave per affrontare le sfide della decarbonizzazione abilitando benefici in termini di sostenibilità, sicurezza strategica e competitività.
In un contesto che vede un crescente fabbisogno di energia elettrica decarbonizzata, il nuovo nucleare si propone come soluzione chiave - in ottica complementare con le rinnovabili - per il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica, per il rafforzamento della sicurezza energetica del Paese e per la competitività del sistema-Paese.
In grado di garantire una fornitura programmabile, modulabile e a costo fisso, il nuovo nucleare agisce da "stabilizzatore sistemico", abilitando una produzione elettrica decarbonizzata e tecnologicamente indipendente dall'estero, che offre all'Italia e all'Europa l'occasione strategica - se colta da subito - per raccogliersi intorno a un piano industriale e di sviluppo comune, capace di accrescere il proprio Prodotto Interno Lordo.
Design modulare semplificato, sicurezza rafforzata, capacità di combinare produzione elettrica, calore per usi industriali e idrogeno, flessibilità e limitato consumo idrico e di suolo sono alcune delle caratteristiche peculiari che rendono il nuovo nucleare - costituito da Small Modular Reactor e Advanced Modular Reactor - la soluzione ottimale per sostenere il percorso di decarbonizzazione.
Essendo una tecnologia complementare alle rinnovabili, permette di ottimizzare i costi di sistema ed assicurare un prezzo competitivo per i clienti finali, in particolare quelli energivori.
È quanto emerge dallo Studio "Il nuovo nucleare in Italia per i cittadini e le imprese: il ruolo per la decarbonizzazione, la sicurezza energetica e la competitività", realizzato da Edison, Ansaldo Nucleare e TEHA Group e anticipato oggi, nell'ambito della 50o edizione del Forum "Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive" di TEHA, in una conferenza stampa cui hanno preso parte Valerio De Molli, Managing Partner e CEO di The European House - Ambrosetti e TEHA Group, Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison, Daniela Gentile, Amministratore Delegato di Ansaldo Nucleare e Ferruccio Resta, Professore del Politecnico di Milano; Presidente della Fondazione Politecnico di Milano; Presidente della Fondazione Bruno Kessler; Presidente del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile e componente dell'Advisory Board che ha supervisionato lo sviluppo della ricerca.
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