Contratti di prestazione energetica EPC. La nuova UNI CEI EN 17669
Contratti di prestazione energetica - Contesto e contenuti della nuova UNI CEI EN 17669
Antonio Panvini - CTI - Comitato Termotecnico Italiano Energia e Ambiente
L'imminente pubblicazione della nuova norma europea UNI CEI EN 17669 "Contratti di prestazione energetica - Requisiti minimi" offre lo spunto per raccontare il punto di vista di coloro, una parte, che ha contribuito a scrivere la norma e per descrivere il complesso mondo dei contratti finalizzati a garantire il rendimento di un servizio di miglioramento dell'efficienza energetica, conosciuti anche con l'acronimo di EPC, Energy Performance Contract.
L'idea di mettere nero su bianco all'interno di una norma tecnica di rilevanza per l'intero mercato europeo i requisiti essenziali di un contratto finalizzato a garantire una prestazione energetica è nata in CTI qualche tempo fa.
Grazie alle molteplici connessioni che la Commissione Tecnica UNI/CT 212 "Uso razionale e gestione dell'energia" e soprattutto il suo gruppo di lavoro GL 1 "Gruppo Gestione Energia" compartecipato da rappresentanti del CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, hanno a livello internazionale si è colta l'esigenza di consolidare in un vero e proprio strumento normativo quanto il legislatore europeo aveva definito nell'allegato XIII della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica laddove vengono elencati gli elementi minimi che devono figurare nei contratti di rendimento energetico sottoscritti con il settore pubblico o nel relativo capitolato d'appalto.
Coinvolgendo vari attori privati e pubblici, tra questi ad esempio ENEA, Consip, GSE, Regione Lombardia così come gli ordini professionali degli ingegneri e dei periti, le associazioni rappresentanti il mondo delle ESCO, degli EGE e degli Energy Manager, il mondo dell'accreditamento e della certificazione nonché singoli operatori interessati, si è partiti con la redazione di un primo documento pensato per soddisfare le esigenze del mercato nazionale, ma strada facendo ci si è accorti che anche altri Paesi europei stavano fronteggiando lo stesso problema: la complessità di un contratto di questo tipo non può essere rappresentata solamente da una decina di sintetici requisiti enunciati dal legislatore, soprattutto perché la posta in gioco è alta in termini di investimenti e di garanzie richieste.
Ecco, quindi, che grazie al fatto che il CTI gestisce la presidenza e la segreteria del Comitato Tecnico europeo CEN/CLC JTC 14 "Energy management and energy efficiency in the framework of energy transition", il lavoro già ben avviato in Italia è stato proposto in Europa dove, seppure con le difficoltà della prima ondata di pandemia, è stato portato a termine da un gruppo di lavoro popolato, oltre che dai nostri esperti, da Germania, Francia, Inghilterra, Spagna, Irlanda, Slovacchia, e seguito un po' più indirettamente anche dalla maggior parte degli altri Paesi europei che hanno votato positivamente al testo finale.
Rimandando alle pagine successive per approfondimenti circa il contesto europeo, in questa parte introduttiva si vuole sottolineare come l'intento della UNI CEI EN 17669, definendo nel dettaglio cosa si intende per contratto di prestazione energetica ed esplodendo in numerosi punti gli aspetti più critici lasciati vaghi dai requisiti fissati dal legislatore, sia quello di promuovere la diffusione di uno strumento che se ben gestito consentirebbe di diffondere in modo significativo il principio europeo dell'Energy Efficiency First, perché proprio da questo approccio nasce l'idea della norma tecnica.
Utile ricordare a questo punto la definizione del Regolamento (UE) 2018/1999 sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima, secondo la quale l'EF1st è quel principio che prevede di tenere nella massima considerazione, nelle decisioni di pianificazione energetica, di politica e di investimento, le misure alternative di efficienza energetica efficienti in termini di costi volte a rendere più efficienti la domanda e la fornitura di energia.
In particolare per mezzo di risparmi negli usi finali dell'energia efficienti in termini di costi, iniziative di gestione della domanda, e una maggiore efficienza nella conversione, trasmissione e distribuzione di energia, che consentano comunque di conseguire gli obiettivi di tali decisioni.
Un'ultima, ma ugualmente significativa considerazione, va fatta circa le connessioni che la nuova norma sugli EPC ha e avrà ancora di più nel prossimo futuro con il settore delle ESCO certificate secondo la norma UNI CEI 11352 del 2014.
Questa ultime, tra i vari requisiti, devono rispettare anche quello relativo alla capacità di gestire dei contratti a prestazione garantita dandone dimostrazione agli organismi di certificazione e avendo, quindi, in essere uno o più EPC attivi.
L'incertezza di cosa sia effettivamente un EPC, data dal quadro legislativo vigente non particolarmente dettagliato, ha sempre creato difficoltà sia alle ESCO che al sistema di certificazione in merito a come verificare il requisito richiesto dalla norma di riferimento.
Questa difficoltà, in presenza della nuova norma, dovrebbe venir meno sia con la presente versione della citata UNI CEI 11352 che, ancora di più, con la sua futura versione.
È imminente, infatti, l'avvio della sua revisione con l'intento di aggiornarne i contenuti ad un mutato contesto operativo e normativo, soprattutto - e qui si chiude il cerchio - alla luce della nuova UNI CEI EN 17669 sugli EPC.
Di seguito, l'indice dei contenuti che troverete all'interno del Dossier, scaricabile qui sotto:
- Il Principio dell'Energy Efficiency First e i contratti a prestazione garantita
- L'approccio CONSIP ai servizi energetici integrati: gestione ed efficienza energetica nella pubblica amministrazione
- Strumenti per lo sviluppo dei contratti EPC pubblici: definizioni del contratto tipo
- EPC nella Pubblica Amministrazione: esperienze e strategie in regione Lombardia
- La nuova UNI CEI EN 17669 sui requisiti minimi dei Contratti di Prestazione Energetica (EPC)
Grazie alle molteplici connessioni che la Commissione Tecnica UNI/CT 212 "Uso razionale e gestione dell'energia" e soprattutto il suo gruppo di lavoro GL 1 "Gruppo Gestione Energia" compartecipato da rappresentanti del CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, hanno a livello internazionale si è colta l'esigenza di consolidare in un vero e proprio strumento normativo quanto il legislatore europeo aveva definito nell'allegato XIII della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica laddove vengono elencati gli elementi minimi che devono figurare nei contratti di rendimento energetico sottoscritti con il settore pubblico o nel relativo capitolato d'appalto.
Coinvolgendo vari attori privati e pubblici, tra questi ad esempio ENEA, Consip, GSE, Regione Lombardia così come gli ordini professionali degli ingegneri e dei periti, le associazioni rappresentanti il mondo delle ESCO, degli EGE e degli Energy Manager, il mondo dell'accreditamento e della certificazione nonché singoli operatori interessati, si è partiti con la redazione di un primo documento pensato per soddisfare le esigenze del mercato nazionale, ma strada facendo ci si è accorti che anche altri Paesi europei stavano fronteggiando lo stesso problema: la complessità di un contratto di questo tipo non può essere rappresentata solamente da una decina di sintetici requisiti enunciati dal legislatore, soprattutto perché la posta in gioco è alta in termini di investimenti e di garanzie richieste.
Ecco, quindi, che grazie al fatto che il CTI gestisce la presidenza e la segreteria del Comitato Tecnico europeo CEN/CLC JTC 14 "Energy management and energy efficiency in the framework of energy transition", il lavoro già ben avviato in Italia è stato proposto in Europa dove, seppure con le difficoltà della prima ondata di pandemia, è stato portato a termine da un gruppo di lavoro popolato, oltre che dai nostri esperti, da Germania, Francia, Inghilterra, Spagna, Irlanda, Slovacchia, e seguito un po' più indirettamente anche dalla maggior parte degli altri Paesi europei che hanno votato positivamente al testo finale.
Rimandando alle pagine successive per approfondimenti circa il contesto europeo, in questa parte introduttiva si vuole sottolineare come l'intento della UNI CEI EN 17669, definendo nel dettaglio cosa si intende per contratto di prestazione energetica ed esplodendo in numerosi punti gli aspetti più critici lasciati vaghi dai requisiti fissati dal legislatore, sia quello di promuovere la diffusione di uno strumento che se ben gestito consentirebbe di diffondere in modo significativo il principio europeo dell'Energy Efficiency First, perché proprio da questo approccio nasce l'idea della norma tecnica.
Utile ricordare a questo punto la definizione del Regolamento (UE) 2018/1999 sulla governance dell'Unione dell'energia e dell'azione per il clima, secondo la quale l'EF1st è quel principio che prevede di tenere nella massima considerazione, nelle decisioni di pianificazione energetica, di politica e di investimento, le misure alternative di efficienza energetica efficienti in termini di costi volte a rendere più efficienti la domanda e la fornitura di energia.
In particolare per mezzo di risparmi negli usi finali dell'energia efficienti in termini di costi, iniziative di gestione della domanda, e una maggiore efficienza nella conversione, trasmissione e distribuzione di energia, che consentano comunque di conseguire gli obiettivi di tali decisioni.
Un'ultima, ma ugualmente significativa considerazione, va fatta circa le connessioni che la nuova norma sugli EPC ha e avrà ancora di più nel prossimo futuro con il settore delle ESCO certificate secondo la norma UNI CEI 11352 del 2014.
Questa ultime, tra i vari requisiti, devono rispettare anche quello relativo alla capacità di gestire dei contratti a prestazione garantita dandone dimostrazione agli organismi di certificazione e avendo, quindi, in essere uno o più EPC attivi.
L'incertezza di cosa sia effettivamente un EPC, data dal quadro legislativo vigente non particolarmente dettagliato, ha sempre creato difficoltà sia alle ESCO che al sistema di certificazione in merito a come verificare il requisito richiesto dalla norma di riferimento.
Questa difficoltà, in presenza della nuova norma, dovrebbe venir meno sia con la presente versione della citata UNI CEI 11352 che, ancora di più, con la sua futura versione.
È imminente, infatti, l'avvio della sua revisione con l'intento di aggiornarne i contenuti ad un mutato contesto operativo e normativo, soprattutto - e qui si chiude il cerchio - alla luce della nuova UNI CEI EN 17669 sugli EPC.
Di seguito, l'indice dei contenuti che troverete all'interno del Dossier, scaricabile qui sotto:
- Il Principio dell'Energy Efficiency First e i contratti a prestazione garantita
- L'approccio CONSIP ai servizi energetici integrati: gestione ed efficienza energetica nella pubblica amministrazione
- Strumenti per lo sviluppo dei contratti EPC pubblici: definizioni del contratto tipo
- EPC nella Pubblica Amministrazione: esperienze e strategie in regione Lombardia
- La nuova UNI CEI EN 17669 sui requisiti minimi dei Contratti di Prestazione Energetica (EPC)
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Fonte: Dossier CTI gennaio - febbraio 2023 Energia e Dintorni
Settori: Elettrotecnica, Normativa Tecnica
Parole chiave: Norme elettriche
- Angelo Baggini
- CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano
- FIRE - Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia
- UNI Ente Nazionale Italiano di Normazione
- CEI - Comitato Elettrotecnico Italiano