Monitoraggio energetico in azienda, come funziona?
Una diagnosi energetica di qualità non può prescindere da dati certi, misurati e monitorati nel tempo. Il primo step del nostro processo sarà quindi la definizione di un piano di misura e monitoraggio, necessario a stabilire cosa monitorare e come.
Step 1, il piano di misura e monitoraggio
Il piano dovrà illustrare:
- Il numero e la posizione dei punti di consumo da monitorare;
- La tipologia e le caratteristiche della strumentazione da utilizzare;
- La metodologia di acquisizione e gestione dati;
- La modalità di calibrazione e la frequenza di rilevazione dei dati.
Attenzione: dal piano di misura e monitoraggio dipenderà la qualità delle successive rivelazioni. È fondamentale, quindi, affidarsi a una società di consulenza che sappia tradurre gli obiettivi aziendali in un piano coerente, utilizzando il budget a disposizione con cognizione di causa.
Facciamo un esempio pratico: immaginiamo che l'azienda voglia avviare un'attività di monitoraggio senza investire cifre importanti. A fronte di un budget limitato, la riuscita del progetto dipenderà dalle capacità del consulente di identificare le aree prioritarie (ovvero quelle che presentano la maggior possibilità di risparmio), concentrando su di esse un monitoraggio ben concepito.
Il piano di misura dovrà infine tenere conto delle caratteristiche peculiari dell'azienda:
- Settore di riferimento;
- Struttura delle sedi fisiche;
- Peculiarità degli impianti produttivi;
- Impianto logistico;
- Abitudini dei dipendenti.
Step 2, rilievo dati e benchmarking
Approvato il piano, si procederà all'installazione dell'impianto, composto da un'infrastruttura fisica (sensori e misuratori), un'infrastruttura di rete (cablata o wireless) e una piattaforma software per la gestione dei dati rilevati.
Il software sarà in grado di elaborare le informazioni e organizzarle in un flusso costante e intellegibile di dati utili. Darà la possibilità di scaricare report complessivi e di dettaglio delle diverse sezioni dell'audit, nonché l'accesso a una dashboard online con cui tenere sotto controllo la situazione.
Il sistema di monitoraggio, una volta collaudato e avviato, restituirà il profilo di consumo dell'azienda, un report accurato relativo a:
- Principali aree di consumo;
- Eventuali anomalie di consumo;
- Qualità della corrente (bilanciamento fasi, sfasamento, analisi armoniche);
- Costi energetici suddivisi per centro di costo aziendale.
I dati ottenuti saranno confrontati con delle KPI standard (i cosiddetti indici di riferimento) al fine di individuare ogni possibile margine di miglioramento.
Confrontando le KPI di riferimento con il nostro profilo energetico, ad esempio, potremmo rilevare consumi anomali sulla rete elettrica aziendale. Sfruttando i dati diagnostici sapremmo anche individuare rapidamente l'origine del problema (spesso banale, come il malfunzionamento di un compressore o la mancata manutenzione di un macchinario) apportando subito le dovute correzioni.
Step 3, il piano di interventi migliorativi
Risolte le problematiche più impellenti, sarà il momento di valutare con cognizione di causa quali interventi migliorativi apportare sul fronte gestionale ed impiantistico, dalla semplice sostituzione di componenti e impianti all'adozione di nuove abitudini da parte del management e del personale.
Non esiste un approccio unico; tra i trend che stanno avendo maggiore sviluppo c'è la convergenza tecnologica di più soluzioni energetiche, con l'uso combinato di sistemi evoluti di manutenzione predittiva, impianti di cogenerazione/trigenerazione e fotovoltaico.
A chi rivolgersi
Negli ultimi anni abbiamo assistito all'ascesa di una figura professionale dedicata all'efficientamento in azienda: quella dell'Energy Manager. Qualora non ci siano le risorse per inserire un EM nel proprio organico, ci si potrà rivolgere a una Energy Service Company (Esco) o ad un Esperto di Gestione Energia.
Kerr può supportarvi nell'intero processo di efficientamento (audit, monitoraggio, implementazione di soluzioni per il risparmio energetico, impianti di autoproduzione a fonte rinnovabile, manutenzione predittiva dei macchinari) con soluzioni capaci di portare valore aggiunto all'azienda in un'ottica di sostenibilità economica, ambientale e sociale.
Il piano dovrà illustrare:
- Il numero e la posizione dei punti di consumo da monitorare;
- La tipologia e le caratteristiche della strumentazione da utilizzare;
- La metodologia di acquisizione e gestione dati;
- La modalità di calibrazione e la frequenza di rilevazione dei dati.
Attenzione: dal piano di misura e monitoraggio dipenderà la qualità delle successive rivelazioni. È fondamentale, quindi, affidarsi a una società di consulenza che sappia tradurre gli obiettivi aziendali in un piano coerente, utilizzando il budget a disposizione con cognizione di causa.
Facciamo un esempio pratico: immaginiamo che l'azienda voglia avviare un'attività di monitoraggio senza investire cifre importanti. A fronte di un budget limitato, la riuscita del progetto dipenderà dalle capacità del consulente di identificare le aree prioritarie (ovvero quelle che presentano la maggior possibilità di risparmio), concentrando su di esse un monitoraggio ben concepito.
Il piano di misura dovrà infine tenere conto delle caratteristiche peculiari dell'azienda:
- Settore di riferimento;
- Struttura delle sedi fisiche;
- Peculiarità degli impianti produttivi;
- Impianto logistico;
- Abitudini dei dipendenti.
Step 2, rilievo dati e benchmarking
Approvato il piano, si procederà all'installazione dell'impianto, composto da un'infrastruttura fisica (sensori e misuratori), un'infrastruttura di rete (cablata o wireless) e una piattaforma software per la gestione dei dati rilevati.
Il software sarà in grado di elaborare le informazioni e organizzarle in un flusso costante e intellegibile di dati utili. Darà la possibilità di scaricare report complessivi e di dettaglio delle diverse sezioni dell'audit, nonché l'accesso a una dashboard online con cui tenere sotto controllo la situazione.
Il sistema di monitoraggio, una volta collaudato e avviato, restituirà il profilo di consumo dell'azienda, un report accurato relativo a:
- Principali aree di consumo;
- Eventuali anomalie di consumo;
- Qualità della corrente (bilanciamento fasi, sfasamento, analisi armoniche);
- Costi energetici suddivisi per centro di costo aziendale.
I dati ottenuti saranno confrontati con delle KPI standard (i cosiddetti indici di riferimento) al fine di individuare ogni possibile margine di miglioramento.
Confrontando le KPI di riferimento con il nostro profilo energetico, ad esempio, potremmo rilevare consumi anomali sulla rete elettrica aziendale. Sfruttando i dati diagnostici sapremmo anche individuare rapidamente l'origine del problema (spesso banale, come il malfunzionamento di un compressore o la mancata manutenzione di un macchinario) apportando subito le dovute correzioni.
Step 3, il piano di interventi migliorativi
Risolte le problematiche più impellenti, sarà il momento di valutare con cognizione di causa quali interventi migliorativi apportare sul fronte gestionale ed impiantistico, dalla semplice sostituzione di componenti e impianti all'adozione di nuove abitudini da parte del management e del personale.
Non esiste un approccio unico; tra i trend che stanno avendo maggiore sviluppo c'è la convergenza tecnologica di più soluzioni energetiche, con l'uso combinato di sistemi evoluti di manutenzione predittiva, impianti di cogenerazione/trigenerazione e fotovoltaico.
A chi rivolgersi
Negli ultimi anni abbiamo assistito all'ascesa di una figura professionale dedicata all'efficientamento in azienda: quella dell'Energy Manager. Qualora non ci siano le risorse per inserire un EM nel proprio organico, ci si potrà rivolgere a una Energy Service Company (Esco) o ad un Esperto di Gestione Energia.
Kerr può supportarvi nell'intero processo di efficientamento (audit, monitoraggio, implementazione di soluzioni per il risparmio energetico, impianti di autoproduzione a fonte rinnovabile, manutenzione predittiva dei macchinari) con soluzioni capaci di portare valore aggiunto all'azienda in un'ottica di sostenibilità economica, ambientale e sociale.
Parole chiave: Software gestione dell'energia
- FIRE - Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia
- Orazio Scicolone
- MASE - Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica